2017: Associazione di volontariato “Custodiamo la Valsessera” – Sezione Ambiente

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Associazione di volontariato “Custodiamo la Valsessera”

BIOGRAFIA

Custodiamo la ValsesseraL’Associazione “Custodiamo la Valsessera” nata nel 2009 nell’omonima valle biellese ha come fini la tutela ambientale, la cultura del territorio e la difesa dei diritti tramite l’impegno civile dei suoi membri, nonché la sensibilizzazione dei cittadini alla cura e difesa del propria valle. Si tratta di un’associazione di volontariato apolitica e apartitica, senza fini di lucro. L’associazione è nata con le finalità di:difendere la Valsessera dalla costruzione di nuove dighe e relative opere accessorie, difendere la portata naturale e lo stato ambientale del torrente Sessera, tutelare fauna e flora di pregio presenti, valorizzare il contesto ambientale, informare la popolazione circa le conseguenze ambientali e socio-economiche riguardanti la realizzazione di nuovi invasi, documentare l’eccessivo uso e sperpero di acqua dell’agricoltura risicola che chiede sempre di più alla montagna.

Motivazioni candidatura estesa:

L’Associazione “Custodiamo la Valsessera” nasce per difendere la valle dalla costruzione di una nuova diga al posto dell’attuale “Diga delle Miste” alla confluenza dei torrenti Sessera e Dolca. L’associazione, formata da cittadini dei paesi della valle, non ritiene la nuova diga né necessaria, né utile e anzi crede sia dannosa e ingiustificata. Chi vuole la nuova diga è il “Consorzio per la Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese” ovvero un ente pubblico economico a struttura associativa, una creatura degli anni Trenta vocata alla valorizzazione agricola dei territori baraggivi della pianura.

Dalla fine degli anni Cinquanta la sua storia è legata a filo doppio con l’opera del ragioniere Carmelo Iacopino, per lunghissimo tempo direttore, poi segretario e consulente e … padre dell’attuale direttore, ing. Alessandro Iacopino. Uomo forte e capace di intessere relazioni politiche di alto livello per riuscire a realizzare i progetti del Consorzio, Iacopino è colui che nei decenni precedenti ha portato a termine nel Biellese, in mezzo a contestazioni e polemiche anche molto aspre, ben tre invasi con finalità (prevalentemente) irrigue: sull’Ostola in territorio di Masserano, sull’Ingagna in territorio di Mongrando e sul Ravasanella, tra Curino, Sostegno e Roasio.

L’associazione “Custodiamo la Valsessera”, come da statuto, si è mossa su piani diversi, cercando di lavorare in autonomia ma coordinandosi con altre forze che mostravano la stessa contrarietà all’opera. Alcune amministrazioni valsesserine (Trivero, Coggiola e Pray) ossia le più direttamente coinvolte dal progetto, hanno da subito mostrato totale sintonia con l’associazione, mentre altre sono state “a guardare” (Crevacuore e Sostegno) o hanno valutato positivamente la proposta del Consorzio.

Sul piano politico-istituzionale l’associazione ha cercato di mantenere aperto il dialogo con tutti i gruppi e tutte le amministrazioni, sia a livello provinciale che piemontese. Il lavoro ai tavoli della politica durato quattro anni è stato accompagnato da una intensa attività di mobilitazione della popolazione. “Custodiamo la Valsessera” ha organizzato occasioni conviviali per l’autofinanziamento, trovando fattiva collaborazione in associazioni territoriali (ANPI, CAI Valsessera e altre) e personalità dello spettacolo locale.

Ha proposto serate di approfondimento invitando esperti qualificati a trattare specifiche questioni tecniche (come ad esempio hanno fatto Elisabetta Lupotto, che ha spiegato le tecniche di coltivazione del riso in asciutta, Igor Boni che ha trattato della natura dei suoli baraggivi o ancora Alessandra Stefani che ha illustrato le caratteristiche dell’Alta Valsessera); ha organizzato passeggiate guidate alla scoperta di alcuni degli angoli più suggestivi della valle, si è impegnata in continue schermaglie polemiche sui giornali locali per ribattere puntualmente alle dichiarazioni del fronte favorevole all’invaso;ha realizzato presidi di protesta pubblica, alcuni dei quali molto partecipati e caratterizzati da un clima assai acceso.

La grande mobilitazione ha portato anche alla stesura e alla sottoscrizione di una petizione che ha raccolto in pochi mesi più di 3.000 firme, poi depositate in Regione durante una seduta del Consiglio regionale. Da ultimo,su quanto fatto in opposizione al progetto del Consorzio, va considerato l’ingente lavoro di carattere tecnico che all’interno di “Custodiamo la Valsessera” e al suo fianco è stato svolto soprattutto da esponenti delle associazioni ambientaliste e dei pescatori.

Il progetto è stato sottoposto ad analisi critica minuziosa, individuandone svariati “buchi” normativi o deficienze progettuali che sono state denunciate pubblicamente negli interventi sui giornali e fatte pervenire alla Commissione VIA sotto forma di osservazioni. La mole di osservazioni ha obbligato la commissione a prescrivere al progettista importanti variazioni o integrazioni,ma non ha ritenuto che le fossero tali da imporre lo stop definitivo. Il progetto ha così ottenuto una positiva valutazione d’impatto ambientale e per gli oppositori non restava che il ricorso amministrativo. Quattro amministrazioni comunali (Trivero, Mosso, Coggiola e Pray) hanno convintamente aderito all’iniziativa, come le associazioni ambientaliste e culturali.

Di ragioni per chiedere con buona probabilità di successo l’annullamento del decreto ministeriale ne venivano individuate parecchie, sia di tipo procedurale che contenutistiche, il 10 febbraio 2015 un ponderoso e articolato ricorso è stato depositato al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma.

Ad oggi l’associazione attende la convocazione di una nuova udienza, fiduciosa e convinta di essere portatrice di istanze valide per tutti: non è più possibile raccogliere acqua in maniera indifferenziata sacrificando l’integrità dell’ambiente montano, ma occorre gestire meglio la risorsa ora a disposizione, secondo congruità ed efficienza,contenendo le superfici, migliorando le tecniche di coltura e il sistema di irrigazione.

Illustrato cosa fa l’associazione e come si prodiga in difesa della montagna credo che possa essere una buona candidata per la sezione ambiente.

 

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

Per il suo pluriennale impegno volto alla salvaguardia del patrimonio naturale e culturale della valle prealpina biellese. Un azione incisiva che si è espressa su più fronti, tenendo però come priorità l’opposizione ai cantieri di una nuova diga che sostituirebbe l’attuale Diga delle Miste. La battaglia contro il nuovo sbarramento ha avuto carattere multiforme: raccolta firme, stesura di un ricorso depositato al Tribunale delle Acque Pubbliche, organizzazione di incontri pubblici e convegni per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica. Ed è riuscita infine a raccogliere l’appoggio del Cai Valsesia, dell’Anpi e di altre associazioni. Ora tutte in attesa dei pronunciamenti degli organi preposti.