2008: il resoconto della serata di premiazione

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Resoconto della serata conclusiva di premiazione

L’emozione, nella sede della SEM, è palpabile nella serata di celebrazione del vincitore del Premio intitolato a Marcello Meroni…tanti, gli amici che si ritrovano, magari dopo lungo tempo, ed è bello che lo si possa fare in questa occasione: rivedersi per ricordare Marcello…
Sala ed ingresso piano piano si ricolmano di gente, la grande maggioranza della quale è qui per lui, per Marcello, per poterlo rivivere, per poterlo ricordare, per poterlo in qualche modo onorare con la propria presenza…
Introduce la serata Giacomo Galli, attuale Direttore della Scuola Silvio Saglio, amico e compagno di avventure di Marcello, e seguono i saluti di rito del presidente: Enrico Tormene, familiarmente e bonariamente chiamato “E.T.”.
La serata entra nel vivo con le parole di Giorgio Bagnato, anch’esso grande amico, collega di lavoro e compagno di cordata di colui che siamo qui a ricordare: nel suo discorso entrano la narrazione di come si sia arrivati a concepire e realizzare questo Premio, che segue al convegno “Per Aspera et Astra”, organizzato in prima istanza a ricordo della vita e delle attività di Marcello, iniziativa pubblica realizzata assieme a molte altre iniziative private con lo stesso obiettivo.
Tantissime persone si erano impegnate con spontaneità per porgere il proprio aiuto nell’organizzazione di questa iniziativa: fra tutti gli aspetti questa è stata la cosa più bella.
Giorgio fa seguire una breve descrizione della personalità di Marcello nella propria vita: una grande preparazione in tutti gli aspetti tecnici nei campi alpinistico e scientifico, un’ampia cultura di base a fondamento della sua capacità di cogliere le problematicità – che ad altri potevano sfuggire- di determinate situazioni, ad esempio nell’ambito dell’organizzazione dei corsi della Scuola.
Tale granitica formazione tecnico/scientifica non è però stata mai ostentata da Marcello: la sua innata modestia (detto all’inglese : “understatement”) gli permetteva di condividere questo grande bagaglio culturale con altri senza mai ostentarlo né esibirlo allo scopo di mettersi in luce.
Anzi, l’attività di volontariato nel CAI consentiva a Marcello (pur insieme a tanti altri) di esprimere al massimo il proprio grande amore per le persone, la vita in genere e ovviamente per la montagna: questa scelta di fondo per lui è stata fortemente “intenzionale”: svolgendo questa attività nei panni di “dilettante”, cioè volontario senza compenso (anche se con caratteristiche professionali e non professionistiche) poteva realizzare nel modo migliore i propri ideali, cioè quelli di lavorare essenzialmente per la gente.
Un’altro pregio di Marcello era la grande capacità di concretizzare questi ideali…come ad esempio il ripristino del corso di “cascate”: una facoltà di rendere operative le idee molto spiccata…peccato che le idee fossero talmente tante da non riuscire a realizzarle tutte…
Nel bando del premio, alcuni di questi aspetti sono stati volutamente evidenziati:
– l’attività di tipo “volontaristico” in ambito CAI (valenza sociale) – molteplicità di campi in cui essa può essere stata realizzata : Marcello riusciva a spaziare su tutti (scientifico, didattico, culturale, educativo..). Questa è stata la premessa, ma ci piacerebbe che il premio potesse, nel tempo, rendersi in qualche modo “indipendente”, perché è pur vero che esso è intitolato a Marcello, ma le peculiarità espresse dai vari candidati nel tempo potrebbero arricchirlo e farlo crescere.
A Giorgio è seguito Antonio Colombo, Direttore della Scuola Regionale Lombarda di Alpinismo (che ha patrocinato il premio), dove Marcello operava.
Antonio ci ha raccontato come Marcello fosse arrivato “in punta di piedi” nella Scuola, ma aveva iniziato da subito a far conoscere la propria specialità (ghiaccio), fino alla realizzazione del primo corso di cascate di ghiaccio. Le sue conoscenze gli hanno permesso di gestire un aggiornamento agli istruttori nazionali (INA): in seguito è stato creato un vero e proprio corso, che sarà mantenuto, anche quale ricordo e continuazione della sua opera all’interno della Scuola. Marcello è stato una fortuna per la Scuola e gli ha dato un grande aiuto.
Dopo le parole dei colleghi istruttori e compagni di arrampicate più vicini a Marcello, la serata è proseguita entrando nel proprio “vivo”: la sezione dedicata ai candidati del Premio.
Al vincitore saranno consegnati il premio alpinistico ed il premio artistico costituito da una scultura creata ad-hoc per l’occasione dall’artista Pietro Arnoldi, e agli altri candidati quadri dello stesso artista, anch’essi creati per il premio.
Salgono per primi sul palco della Sala Grigne Lorenzo Castelli (candidato) e Max Pantani (proponente), Direttore del Corso di Alpinismo della SEM.
Attraverso le sue parole la platea ha potuto rivivere tutto quello che ha potuto condividere con Marcello, dalle dormite in bivacco ad altre esperienze altrettanto “forti” in montagna. Di Marcello ha apprezzato la grande generosità, quel tipo di dote che consente di mandare avanti tante cose…su questo spunto, e pensando ad un’altra persona meritevole di stima ed amicizia, la scelta è caduta su Lorenzo (per gli amici “Lorenz”), un volontario come tutti nella Scuola, ma che ha fatto tantissimo per la SEM. In particolare, qualcosa che per la Sezione ha avuto grande valore: la realizzazione del suo sito Internet. Un lavoro fatto da volontario ma con qualità professionale.
Merito di Lorenzo, quindi, se oggi nel mondo chiunque, semplicemente digitando “Corso di Alpinismo” su Google, trova come primo indirizzo quello della Scuola Silvio Saglio della SEM o digitando SEM ritrova il sito della sezione.
Ecco perché Max ha pensato a Lorenzo per la candidatura al Premio.
Il candidato ha quindi preso la parola, ringraziando per l’occasione offertagli di ripensare a Marcello, con cui ha avuto un legame forte sia in ambito Scuola che durante le tante uscite in montagna: un legame indelebile, che avrebbe voluto far crescere ancora e che per questo gli rimarrà “dentro” per sempre.
Lorenzo racconta la sua esperienza nella Scuola, in cui è entrato per fare l’istruttore su stimolo ed esempio di Marcello, che gli ha mostrato la strada del volontariato e, soprattutto, il modo migliore per realizzarlo.
La seconda candidatura è stata quella di Rolando Barnaba, proposta dalla figlia Simona. Una ragazza tenerissima e coraggiosa, che ha parlato a tutti del suo caro papà, recentemente scomparso.
Molto emozionata ed imbarazzata (al limite della commozione), Simona afferma di sentirsi un po’ al di fuori del contesto in cui stava parlando, ma è felicissima di poter far conoscere e rivivere la figura di suo padre. Marcello lo aveva conosciuto tramite il suo lavoro in Università.
Simona descrive papà come un grande appassionato di montagna, con le caratteristiche proprie delle genti montane, che lo hanno accomunato a Marcello: la costanza nel raggiungere grandi traguardi con piccoli gesti quotidiani, ma soprattutto quella tenacia, trasmessa con suggerimenti ed attraverso l’esempio, essenziale per un buon “cammino” attraverso la vita e per rappresentare adeguatamente la parola “impegno”.
Socio CAI da tanti anni, appassionato coinvolgente e trascinatore, ma nell’assoluto rispetto per le persone: questo modo di concepire la vita ha “segnato” profondamente la vita di Simona.
Nei brevi aneddoti dalla vita con suo padre, Simona ha raccontato che anche se lei incontrava qualche difficoltà, papà non si spazientiva ma al contrario la incoraggiava ad andare avanti e non “mollare” mai.
Come Marcello, che faceva sentire le persone a lui vicine sempre a proprio agio e protette in ogni situazione, anche papà Rolando –che non amava le grandi imprese- sosteneva e stimolava sempre tutti, senza mai perdere la pazienza.
Il nipotino nato da poco sarà iscritto al CAI al più presto, per continuare la tradizione avviata dal nonno, e la vita di Simona, così come quella di molte altre persone, ora avrà una impronta esclusiva: lo speciale ricordo di una persona semplice, ma grande: il suo papà.
Terzo candidato: Paolo Valoti (Presidente CAI Bergamo), presentato da Claudio Bisin (INA, Direttore della Scuola di Alpinismo della Edelweiss).
Prende la parola Claudio, che narra di come abbia conosciuto Marcello in occasione di un passaggio in auto, in cui era stata “recuperata” anche la sua fidanzata Nicla, definita “una tipina tutto pepe” che lo ha subito rimbrottato per alcune mancanze…
La conoscenza di Marcello ha sempre fatto sentire bene Claudio, a proprio agio e con la stima per qualcuno che fa tutto nel modo migliore ma semplicemente, senza clamore, proprio come Paolo. Da qui è nata l’idea della sua candidatura al Premio.
Dopo Claudio prende la parola Paolo Valoti, che ringrazia per la brillante presentazione e parla di volontariato, citando Gabriele Bianchi nell’affermare che “il volontariato è l’anima premiante del CAI” e Annibale Salsa nel dire che è “una scelta etica”. Paolo ha detto di credere soprattutto in quest’ultimo aspetto: nelle sue parole, il volontariato nelle Scuole CAI non ha impedito di esprimere qualità e validità di carattere professionale.
Non ha mai conosciuto Marcello, ma ha avuto modo di apprezzare la polivalenza e la profondità delle sue iniziative.
Paolo ha poi brevemente descritto il Palamonti, definito “la casa della montagna”, che si trova all’interno della “cittadella dello sport”, nella provincia di Bergamo, tracciandone anche per sommi capi la storia della sua nascita e le attività attualmente in corso, evidenziando quanto il Presidente della Provincia di Bergamo abbia creduto in questo progetto e lo abbia da sempre sostenuto.
Il Palamonti, polivalente proprio come una “casa” e gestito interamente da volontari, è dedicato a tutti gli appassionati della montagna (quindi non solo i Soci CAI), soprattutto ai giovani, e si pone quale punto di riferimento anche per altri Enti pubblici e culturali dell’area bergamasca ed oltre. La filosofia su cui si basa è piuttosto innovativa, in quanto unisce le caratteristiche di Sede del Club Alpino Italiano ad un’anima “pubblica”, in quanto a disposizione di tutti.
Il merito del CAI e del Premio, secondo Paolo, è quello di condividere ampiamente la filosofia del volontariato, con lo spirito di servizio che lo caratterizza.
Il suo intervento si chiude con una bella citazione di Aristotele: “Il futuro nasce dal desiderio, e la felicità è la realizzazione di un progetto”.
Il candidato successivo, il quarto, sarebbe stato Fabio Palma, che però non è intervenuto alla serata in quanto bloccato dalla neve caduta copiosa in giornata, pertanto Giacomo Galli descrive brevemente la sua autocandidatura e ne legge le motivazioni: laurea in ingegneria nucleare, consulente, scrittore e conferenziere su temi legati alla montagna, conduttore di “Concerto verticale”, spettacolo di cinema e montagna presentato in molti prestigiosi contesti, apertura di vie alpinistiche estreme, pubblicate su molte riviste internazionali…il materiale non manca di certo, peccato non aver potuto ascoltare questo racconto appassionante direttamente dalla voce del protagonista…
Ma “the show must go on…”, quindi si passa al quinto candidato, vincitore del Premio Marcello Meroni edizione 2008 : Sergio Giovannoni, presentato da Laura Posani, Vice Presidente SEM e membro della Commissione Culturale Scientifica della Sezione.
Laura ricorda Marcello, definito come “il ragazzo dagli occhi che brillano” e spiega ai partecipanti le ragioni per le quali ha scelto come candidato Sergio, il quale ben rappresenta un importante insieme di valori.
Sergio ha frequentato il corso di roccia presso la Scuola “S.Saglio” della SEM, è un eclettico proprio come Marcello (fisico esperto in pannelli solari ma ora appassionato di agricoltura biologica, quel tanto che basta per vivere e portare a casa “quattro paghe per il lesso”, di carducciana memoria…) e non è mai sceso a compromessi, affrontando così la vita dura di chi presenta questa attitudine.
Intenditore di astri e montagna, milanese emigrato in Valle d’Aosta, Sergio realizza tante di quelle attività (esattamente come Marcello!) da chiedersi come riesca a portarle avanti tutte, nel modo semplice e pacato che lo caratterizza…ma è la passione a guidarlo.
Laura ha poi descritto come, in ambito SEM, Sergio abbia un ruolo riconosciuto anche come divulgatore scientifico culturale, presentando nell’anno appena trascorso due belle conferenze, una sui percorsi “ad altissima quota” quale esperto astrofisico ed operatore dell’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta, la seconda sulla fauna del Parco del Gran Paradiso, grazie alla sua esperienza di guida naturalistica del Parco.
A seguire, Janine Gallot, amica di famiglia, ha letto un simpatico profilo di Sergio, tratto dai ricordi delle sue esperienze vissute con i genitori e con un piccolo Sergio che già mostrava i tratti del suo carattere avventuroso e curioso per le cose del mondo. Nel racconto di questa garbata ed elegante signora, la gioventù ed il presente di Sergio sono illustrati con delicata ironia e tenera ammirazione per gli aspetti più belli della sua personalità.
Al suo fianco, un Sergio Giovannoni un po’ sornione e un po’ schivo ed emozionato segue attentamente la narrazione della propria vita…
Un bel filmato, realizzato da Laura Posani e da Enrico Barbanotti, responsabile della Biblioteca della SEM, conclude la descrizione del mondo di Sergio, illustrando le bellezze della sua regione “adottiva” ed il calore della sua attuale famiglia, in omaggio ad una persona semplice ma al contempo ricca di umanità, emozioni e cultura.
Quindi Sergio prende la parola,ringraziando la SEM che lo ha in qualche modo “cresciuto” e a cui ogni tanto ritorna. Esprime rammarico per non aver potuto conoscere Marcello, ma lo ammira per aver saputo (come lui, del resto) seguire il “sentiero del cuore”.
Subito dopo, da buon scienziato, “illumina” la platea con una breve e simpatica considerazione sugli universi paralleli, paragonati a delle specie di “bolle” che convivono indipendentemente ma contemporaneamente una rispetto all’altra…parla di reincarnazioni, di vite vissute sotto diverse forme in differenti universi nello stesso istante…concetti estremi, difficili da afferrare…persino per gli astrofisici.
E dagli universi paralleli arriva ad un universo del tutto particolare: quello delle api, sua attuale passione: una struttura organizzativa estremamente complessa e ancora non del tutto compresa, paragonata all’organizzazione strutturale e sociale degli umani…un confronto ai limiti del concepibile…
Il suo amore per questi esserini piccoli ma estremamente affascinanti fa ben comprendere la sua preoccupazione (che dovrebbe essere quella di tutti) per un inquietante fenomeno che attualmente fa arrovellare gli esperti di tutto il mondo: le api impazziscono…spariscono, in misura maggiore ogni anno, e nessuno ha ancora compreso dove vadano a finire. Sono in corso studi, che finora hanno prodotto ben pochi risultati.
La vita delle api, ha raccontato Sergio, è strettamente legata alla vita dell’uomo, poiché questi piccoli insetti sono una delle fonti di impollinazione e propagazione di moltissime specie vegetali, che se dovessero drasticamente ridursi o addirittura sparire l’attuale equilibrio ecologico subirebbe un danno gravissimo. Un esempio della complessità del mondo e dell’Universo in cui esso si trova, una finestra sulla scienza e sui mondi di Marcello e Sergio, aperta ai partecipanti attraverso le semplici parole di quest’ultimo.
E viene finalmente l’ora delle premiazioni, a conclusione di una serata di intense emozioni e grande conoscenza.
L’artista che ha realizzato le opere si è brevemente presentato al pubblico, descrivendo anche l’impulso e le motivazioni che stanno all’origine delle sue creazioni, realizzate in legno.
La motivazione del premio a Sergio è stata letta da Dolores De Felice, coordinatrice della Commissione Scientifica Culturale SEM.
Il premio consisteva in capi di abbigliamento tecnico e nella scultura dell’artista Arnoldi: essi sono stati consegnati al vincitore dal Presidente della Scuola Regionale Lombarda di Alpinismo e dal padre di Marcello.
Alla consegna del premio a Sergio si sono aggiunti un simpatico saluto, via “slide”, da parte dei colleghi operatori OAVDA (Osservatorio Astronomico Valle D’Aosta), che non sono potuti intervenire alla serata, ed il ringraziamento e i saluti dei rappresentanti del CAI di Chatillon e della Valle D’Aosta, che ben lo conoscono e si sono dichiarati onorati dal premio assegnato ad un volontario molto attivo nella loro regione come Sergio.
In particolare, il Presidente del CAI di Chatillon conosce la famiglia Meroni da tempo, ed è stato pertanto particolarmente felice per questa speciale coincidenza del premio a Sergio, loro Socio, a dimostrazione che “la vita è più intricata di tutte le manovre di corda e di tutti i nodi alpinistici..”.
In omaggio alla Sezione, una bella “grolla dell’amicizia” ha suggellato un’amicizia nata e rinforzata nell’ambito del volontariato e ha fornito l’occasione per un breve ricordo di Pino Mercandalli, un loro caro amico scomparso.
Ulteriori saluti da parte del Direttore OAVDA, Prof. Bertolini, oltre a quelli di operatori ed astrofili, complimenti da parte di Andrea Bernagozzi, coordinatore per le attività di didattica e divulgazione dell’Osservatorio Astrononomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, collega di Sergio e compagno di studi di Marcello dove insieme hanno avviato le attività di divulgazione scientifica a Brera.
Ma la bella ed inaspettata sorpresa finale per Sergio e per tutti, annunciata dal Presidente SEM Enrico Tormene, è stata la lettera del Sindaco di Verrayes, che ha espresso soddisfazione per il premio a Sergio Giovannoni, che si è distinto per l’intensa attività svolta nel Comune presso la Scuola e l’Associazione culturale locale ed ha pertanto dato lustro al loro piccolo Comune.
A conclusione della serata, l’intervento del papà di Marcello, grandemente soddisfatto per l’esito del premio e di cui ha apprezzato la “giusta tendenza”, vale a dire l’ambito sociale ed il riconoscimento per chi più si è speso per gli altri e più si è confrontato con i limiti del mondo.
Marcello aveva fatto proprio questa scelta nella sua vita, e lo ha molto commosso constatare che anche Sergio abbia fatto la stessa scelta.
Scalare le montagne, le cascate di ghiaccio o approcciare la montagna per altre vie ci dà comunque un valore aggiunto che è la conoscenza di sé stessi e degli altri, definita da papà Meroni “la cosa più bella del mondo”.
Le sue toccanti parole hanno concluso la parte “ufficiale” della cerimonia di premiazione, e dopo i saluti di Giacomo Galli un piacevole rinfresco in taverna ha offerto ai partecipanti un ulteriore opportunità per stare assieme, parlarsi, rivivere momenti intensi, importanti…e fare progetti per il futuro.
Grazie, Marcello.

Dolores De Felice
(Commissione Culturale Scientifica SEM)