PREMIO MARCELLO MERONI
Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo
Di premi ce ne sono tanti.
Marcello invece è stato unico.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, non solo come generoso e partecipe istruttore della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo “Silvio Saglio”, CAI-SEM, ma anche, e soprattutto, come compagno di cordata.
In tanti, allievi o istruttori anch’essi, hanno condiviso con lui la passione per la montagna.
Tuttavia resta immensamente difficile spiegare chi era Marcello.
Difficile, in special modo, per chi – come noi – gli è stato accanto per tanto tempo su sentieri, pareti di roccia, creste affilate, cascate di ghiaccio, pendii di neve e allegri tavoli di trattorie alpine. Per chi, insieme a lui, si è svegliato alle 3 di notte in bui rifugi tintinnanti di moschettoni o in angusti bivacchi scossi dal vento.
Potremmo raccontarvi del suo curriculum alpinistico davvero invidiabile. Oppure delle sue qualifiche e dei suoi impegni… Istruttore Nazionale di Alpinismo, direttore a più riprese sia del Corso di Cascate, sia del Corso di Alpinismo della nostra Scuola, Istruttore della Scuola Regionale Lombarda, sottile e preciso redattore di dispense per alpinisti.
Potremmo elencare le vie percorse o raccontarvi le sue capacità di sublime ghiacciatore, contare la quantità di lezioni tenute ad allievi e istruttori di tutta la Lombardia o farvi leggere i suoi scritti su ghiacciai e cascate.
Invece vi diremo solo che Marcello aveva il fascino, arcano e misterioso, che appartiene alle persone speciali. Quelle con cui stai bene e ti senti sereno, ma non sai spiegarti il perché.
Quelle con cui puoi parlare di stelle (il suo pane), di musica o cinema, di fisica o letteratura, di surf o vela (eh sì, la vela!), di informatica (ah… linux!)… senza che abbiano mai ostentato alcunché della loro cultura, intelligenza, genialità.
Il suo vivere la montagna era trasversale alla retorica, al protagonismo, alla prestazione, alla conquista. Il suo vivere la montagna era solo ricerca di libertà, bellezza e sensazioni altrimenti introvabili.
Marcello era sempre un passo avanti, sia che dovesse condurre la cordata, dirigere un gruppo di allievi o analizzare una situazione complessa. Eppure, appena fatto il passo, si fermava ad aspettarti.
Adesso il passo l’ha fatto lungo.
Così, nel mentre fatichiamo e arranchiamo in questa nostra vita che continua, ci piace l’idea di lui che ci aspetta e di noi che lo ricordiamo attraverso l’emozione di un simbolico riconoscimento.
Di premi ce ne sono tanti.
Ma quello intitolato a Marcello Meroni è, per noi, unico.
Gli Istruttori e gli allievi della Scuola “Silvio Saglio” – CAI SEM