2015: ANNALISA FIORETTI – SEZIONE SOLIDARIETA’

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


ANNALISA FIORETTI

BIOGRAFIA

Annalisa FiorettiAnnalisa Fioretti, nata a Milano nel 1977, specializzata in Malattie dell’Apparato Respiratorio,  donna, mamma e alpinista non professionista, dal 2003 si divide tra la famiglia, il lavoro e le spedizioni in Himalaya e Karakorum. Nel 2011 mentre scala il Gasherbrum II (8035m)  partecipa a due soccorsi a 6200m, portando in salvo un pakistano colpito da edema polmonare d’alta quota e un inglese caduto in un crepaccio. Nel 2012 in Pakistan per scalare il Gasherbrum I (8068m) e cercare il corpo dell’amico Gerfried Goschl morto nella prima invernale al GI, incontra Greg Mortenson e la piccola Sakina, bimba con una severa cardiopatia, che riesce, grazie a una cordata di solidarietà, a portare in Italia per essere operata. Nel 2013 raggiunge i 8450m del Kangchenjunga (8586m) senza ossigeno e riesce a portare salvi al campo base quattro  persone in difficoltà sopra i 7500m.

Nel 2015 mentre si trova al CB Everest per scalare il Lhotse (8516m) viene colpita dalla valanga staccatasi dal Pumori a seguito del terremoto di 7.8 gradi della scala Richter. Gestisce per ore assieme a un collega straniero la maxi emergenza al CB. I giorni successivi arriva a Kathmandu dove, intuito il disastro, si ferma assieme a due amici di “Roby Piantoni ONLUS” in villaggi sperduti e non ancora raggiunti da nessuna organizzazione umanitaria, visitando centinaia di persone in pochi giorni. Tornerà in Nepal ad ottobre dopo il monsone per visitare il popolo nepalese.

MOTIVAZIONE DELLA CANDIDATURA

Estrapolerei il suo ultimo pensiero dal libro “OLTRE” per definire al meglio cosa è e cosa ha fatto di buono Annalisa in questi anni: “… credevo di esser grande scalando montagne che altri avevano scalato per trovare me stessa, ma ho dovuto tornar piccola per comprendere la grandezza di chi avevo davanti… piccola come i nanetti che ho tenuto in braccio, come la gente che non ho saputo salvare al campo base, come le parole che ho sussurrato più e più volte alla giapponese (“stay with me, never give up”)… per comprendere che la Vita è insondabile e noi ne siamo solo ammiratori appassionati… Tra i miei monti ho cercato me stessa come tra quella gente, ma non ho trovato che una piccola persona confusa… e spero la ricerca duri tutta la vita…”