2018 – Candidato XI edizione: Gruppo Speleologico Valseriana Talpe

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Gruppo Speleologico Valseriana Talpe

Profilo candidato:

Il Gruppo Speleologico Valseriana Talpe ha sede a Ponte Nossa e svolge attività di ricerca ed esplorazione di nuove cavità dal 1980 soprattutto in Valseriana, raccogliendo l’eredità del Gruppo Speleologico “Le Talpe” nato nel 1955.

Parlando dell’attività del gruppo non si può fare a meno di citare la sorgente Nossana, sorgente carsica con una portata molto importante, che esce dalla montagna e dopo soli 600 metri getta le sue acque nel fiume Serio, nel territorio del comune di Ponte Nossa.

Nel 2012 il Gruppo Speleologico Valseriana Talpe ha scoperto una nuova ed importante cavità in Valcanale (Ardesio- Bergamo) posta al limite nord del presunto bacino d’assorbimento della sorgente Nossana.  La grotta, chiamata “5 in Condotta”, ha richiesto un impegnativo lavoro di ricerca per raggiungere alcune aperture sulle pareti del versante sud della Valcanale. Molte di queste aperture si sono dimostrate antri senza prosecuzione, una invece ha condotto in una grotta ampia e con una forte corrente d’aria.

La nuova cavità ha un andamento molto complesso: gallerie orizzontali, profondi pozzi, saloni e rami attivi che scendono in profondità. Ad oggi raggiunge uno sviluppo di 6050 metri ed un dislivello totale di 529 m (+286, -243).

Una grotta molto interessante, che presenta caratteristiche geologiche e morfologiche tali da suscitare grande interesse nel mondo scientifico.

Questa scoperta ha consentito di avviare una collaborazione con i geologi dell’Università degli Studi di Milano che ha permesso anche di produrre due tesi relative agli studi svolti.

Il Gruppo Speleologico Valseriana Talpe ha inoltre realizzato un “Tour Virtuale”, portando a conoscenza di questa scoperta anche chi non è in grado di seguirli nelle esplorazioni, senza dimenticare la tutela di questi ambienti tanto particolari.

Tuttavia, molti sono ancora gli enigmi riguardanti questa importante sorgente, sia dal punto di vista speleologico che da quello geologico, uno dei quali riguarda l’identificazione del bacino di assorbimento delle acque che alimentano la sorgente.

Riuscire ad identificare le reali dimensioni ed i confini di questo bacino permetterebbe di :

– migliorare il lavoro di tutela e salvaguardia delle acque che alimentano la sorgente;

– valutare con sicurezza gli andamenti stagionali della sua portata in base alle precipitazioni.