2018 – Candidato XI edizione: Giovanni Boschis

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Giovanni Boschis

Profilo candidato:

Nato a Torino il 27 maggio 1961, Giovanni Boschis è un insegnante, geologo e scrittore di guide di montagna con una spiccata sensibilità verso l’ambiente, ciò che l’ha spinto a seguire un percorso di studi fortemente indirizzato verso l’ecologia e le problematiche ambientali, e a specializzarsi in tale ambito con un Master (1990) e un Dottorato di ricerca (2018).

Nell’insegnamento delle Scienze e della Geografia, della cui cattedra è titolare presso l’IIS Galilei di Avigliana (TO), ha sempre cercato di coniugare lo svolgimento dei programmi con un’attenzione al territorio ed all’ambiente locale, da considerarsi “un laboratorio” per esperienze dirette di conoscenza della natura volte a far crescere nei giovani una coscienza per la sostenibilità e le buone pratiche. Per ragioni anagrafiche e di esperienza sportiva e di studio, tale attenzione si è rivolta particolarmente all’ambiente alpino attraverso numerose pubblicazioni, di valore educativo e turistico.

Nell’ambito del dottorato appena concluso (in educazione alle Scienze della Terra – Università di Camerino), ha sviluppato una tesi dedicata al problema della comunicazione dei cambiamenti climatici, con specifico riferimento alle Alpi.

A partire dall’esperienza di dot­torato, si è impegnato nel promuovere conoscenze e consapevolezza degli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente alpino, tramite una serie di azioni educa­tive, riunite sotto il titolo di “Ghiaccio fragile” e com­prendenti: un modulo didattico per le classi compren­dente un’esperienza diretta di studio della montagna (Val Veny, Monte Bianco), un corso di formazione per docenti delle Scuole Medie e Superiori, un Premio let­terario per gli studenti delle stesse scuole, strumenti multimediali e conferenze. Tale metodologia ha ge­nerato di fatto un coinvolgimento educativo concre­to di numerose scuole che a loro volta hanno attivato esperienze di conoscenza e sensibilizzazione verso l’ambiente alpino e la montagna in genere, oggi fun­zionanti in modo continuativo e autonomo.

Inoltre, per aver saputo coniugare il rigore scientifico degli studi sul clima che cambia e i ghiacciai, in un linguaggio e strumenti divulgativi accessibili ai giovani e ai cittadini, facendo da ponte tra la ricerca scientifi­co-ambientale e il territorio, con particolare riguardo a quello alpino.