2017 – Candidato X edizione: Stefano Torrione

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Stefano Torrione

BIOGRAFIA

Stefano TorrioneStefano Torrione valdostano dopo la laurea in Scienze Politiche si dedica alla fotografia. Professionista dal 1992 ha iniziato la carriera a Epoca e vinto nel 1994 ad Arles (Francia) il Premio Kodak Europeo Panorama. Si è successivamente dedicato al reportage geografico ed etnografico viaggiando negli anni in molti paesi del mondo e pubblicando servizi su numerose riviste italiane e straniere. Ha pubblicato diversi libri monografici a proprio nome e partecipato ad esposizioni in diverse città italiane.Negli ultimi anni ha lavorato in particolare sulle Alpi  realizzando due progetti fotografici a lungo termine: il primo “La Guerra Bianca” sulla memoria della I Guerra mondiale in alta montagna per conto di National Geographic Italia e il secondo “ALPIMAGIA” sul patrimonio immateriale delle popolazioni alpine, partecipando attivamente anche al progetto europeo ECHI.Vive e lavora a Milano.

Motivazioni candidatura riassunto:

L’impegno di Stefano Torrione nel documentare la Guerra bianca nella mostra di National Geographic si compendia in tre estati in cui ha fotografato i siti più significativi di archeologia militare in alta quota dormendo in bivacchi, in tenda e anche in grotta. Uno spirito di sacrificio in sintonia con la sua grande passione per la fotografia che per Torrione è ragione di vita e fonte di conoscenza. E’ grazie alla sua magica reflex che oggi può dirsi recuperata una parte fondamentale di storia del nostro Paese facendoci toccare con mano fin dove è giunta la follia delle nazioni. Dalla mostra “La guerra bianca” emerge la sacralità di montagne che portano ancora oggi i segni di un capitolo tra i più assurdi e incredibili della storia dell’uomo europeo. Il talento visionario di Torrione è degno della massima ammirazione, ma l’auspicio è che la sua opera possa anche completare la conoscenza, tutt’altro che scontata, per questo pezzo della nostra storia. E che ci renda uomini migliori in questi tempi segnati da conflitti tra popoli che purtroppo appaiono sempre più difficili da sanare.

Motivazioni candidatura estesa:

Questa volta il valdostano Stefano Torrione si è allontanato dal suo territorio d’elezione, le Alpi Occidentali, per confrontarsi con la Guerra Bianca: un grande progetto realizzato negli anni del Centenario, in collaborazione con il National Geographic Italia, che è sbarcato alla milanese Fabbrica del Vapore, dove la visita è possibile fino al 5 novembre. Torrione, con la guida di Marco Gramola, presidente della Commissione storica della Società Alpinisti Tridentini, sezione del Club Alpino Italiano, ha visitato e catturato con il suo obiettivo i luoghi più evocativi della Grande Guerra combattuta alle alte quote, Adamello, Scorluzzo, Corno di Cavento, Ortles Cevedale, Presanella, Albiolo, documentando quanto resta di quell’immenso museo dell’orrore a cielo aperto: baracche, trincee, gallerie, reticolati, scale di pietra e di legno, artiglierie, armi ed effetti personali, che spesso oggi riaffiorano con il ritiro dei ghiacciai. Tutto in 70 splendide immagini in grande formato, accompagnate da foto d’epoca e mappe dei luoghi raccolte dal fotografo stesso. Torrione ha impiegato tre estati per fotografare i più significativi siti di archeologia militare in alta quota esposti in mostra, ha dormito in bivacchi, in tenda e anche in grotta. Uno spirito di sacrificio in sintonia con la sua grande passione per la fotografia che per Torrione è ragione di vita e fonte di conoscenza. E’ grazie alla sua magica reflex che oggi può dirsi recuperata una parte fondamentale di storia del nostro Paese facendoci toccare con mano fin dove è giunta la follia delle nazioni. Dalla mostra “La guerra bianca” emerge la sacralità di montagne che portano ancora oggi i segni di un capitolo tra i più assurdi e incredibili della storia dell’uomo europeo. Il talento visionario di Torrione è degno della massima ammirazione, ma l’auspicio è che la sua opera possa anche completare la conoscenza, tutt’altro che scontata, per questo pezzo della nostra storia. E che ci renda uomini migliori in questi tempi segnati da conflitti tra popoli che purtroppo appaiono sempre più difficili da sanare.