2017 – Candidato X edizione: Giacomo Lombardo

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Giacomo Lombardo

BIOGRAFIA

Giacomo LombardoGiacomo Lombardo, nato il 26.05.1943 nella “sua” Ostana, ma al tempo in cui il piccolo borgo affacciato sul Monviso era amministrativamente accorpato al vicino comune di  Crissolo sulla base di un provvedimento di epoca fascista. Nel dopoguerra la famiglia si trasferì a Torino per sfuggire alla povertà dilagante nelle vallate alpine del cuneese. Dopo il diploma alle scuole serali, Lombardo iniziò a una carriera in ambito industriale, fino alla posizione di dirigente preso aziende affermate del settore tessile. Nel 1985, la sua prima elezione a sindaco di Ostana, il paese natale che era arrivato a contare appena 5 abitanti stabili. Attualmente è al V mandato da Sindaco (1985-1990; 1990-1995; 2004-2009; 2009-2014; 2014-in corso) e al terzo mandato consecutivo 2014-2019. Sotto la sua amministrazione Ostana si è aggiudicata vari riconoscimenti in ambito ambientale, architettonico e per la politica di “rinascita economica”; fra questi, nell’anno 2016 anche il Premio “Angelo Vassallo” indetto da Legambiente.

Motivazioni candidatura riassunto:

Ricoprire la carica di Sindaco di uno dei tanti micro comuni montani votati all’abbandono e farne un caso di studio noto a livello nazionale e sovranazionale, un laboratorio di architettura alpina, oggetto di studio per economisti, antropologici, botanici. Dopo trent’anni di lavoro costante Ostana è tornata a contare oltre quaranta abitanti stabili, un rifugio, un agriturismo, una trattoria e numerosi affittacamere. Nel 2014ha aperto i battenti anche la “Porta del Monviso”, un negozio un po’ particolare con servizio  info e Internet point. A chi chiede come sia stato possibile, Lombardo oggi risponde che è sufficiente lavorare sodo per trent’anni. Oggi  risultati tangibili dimostrano la rinascita possibile di un piccolo borgo incentrata sulla cultura e sul territorio.

Motivazioni candidatura estesa:

La politica ostruzionista al boom edilizio degli anni Settanta pareva aver fatto cadere questo piccolo borgo cuneese a 1300 m di quota nella miseria totale, mentre tutto intorno fiorivano  stazioni sciistiche e si costruivano i condomini.Nei decenni a venire, tuttavia, Ostana ha saputo reinventarsi partendo dalle architetture locali, decadenti ma non deturpate,  puntando su un ambizioso progetto di recupero diffuso, dove pubblico e privato non viaggiano in perenne antitesi ma agiscono in sinergia: l’esempio più emblematico, oggi, è dato dal recupero dell’intera borgata Sant’Antonio (in occitano Miribrart), dove quattro progetti pubblici (foresteria, centro polifunzionale, culturale e opere di urbanizzazione) intersecano oltre venti interventi di ristrutturazione dei privati, sostenuti dal PSR 2007-2013.Caso analogo per il Centro Benessere attualmente in via di completamento, non lontano dal quale sorge il Bosco Incantato, iniziativa privata che prevede spazi per la meditazione, percorsi sensoriali ed altre esperienze tattili di contatto con la natura. E ancora, nel breve tragitto tra il Centro Benessere ed il Bosco Incantato, nel pieno centro del piccolo abitato del Capoluogo-Villa, ci imbattiamo nel Rifugio “La Galaberna”, realizzato con fondi pubblici e affidato ad una squadra di giovani gestori, così come il percorso avventura e il muro di scalata, che animano gli spazi aperti della struttura. Proseguendo questo tour ideale per le vie del centro, ci si imbatte nella nuova ala comunale dove,  dal mese di luglio 2014, è attiva “La Porta del Monviso – Porto Ousitanio”, realtà policentrica e dinamica che offre i servizi di punto informativo, internet point e vendita prodotti del territorio.La forza e l’azione di Ostana trovano pertanto manifestazione nell’intero territorio comunale, da scoprire in ogni stagione, anche lontano dai periodi di massima affluenza turistica.Un’attenta politica di incentivazione al reinsediamento primario ha indotto nuove famiglie con bambini a scegliere Ostana come luogo di vita e di lavoro, riportando gli abitanti effettivi a superare le 40 unità, il piena controtendenza allo spopolamento generalizzato delle vallate alpine che aveva portato Ostana a contare appena 5 abitanti stabili negli anni Settanta.L’operazione di rinascita di Ostana, tuttavia, non passa soltanto attraverso l’azione del Comune quanto piuttosto attraverso il senso di comunità, mantenuto vivo e sollecitato dagli stessi amministratori in occasione delle feste ma anche nei momenti di lavoro condiviso: qui, è ancora in uso il sistema della “ruido”, giornate di lavoro collettivo prestato gratuitamente dagli abitanti del luogo, sulla scia della corvée medioevale: dalla pulizia di sentieri e torrenti all’allestimento degli ambienti per animazione e convegni. Ogni momento della vita di Ostana vede dunque la partecipazione delle persone che si sentono chiamate a partecipare in quanto ostanesi, prima ancora che consiglieri comunali o volontari presso singole associazioni.Il nuovo Centro Culturale “Lou Portoun” della Borgata S.Antonio è affidato in gestione a  Bouligar, associazione giovanile che riunisce ostanesi d’origine o di nuova adozione. Con impegno, inventiva ed il supporto di un comitato scientifico, Bouligar organizza una “Scuola di Politica” e numerose altre iniziative lungo l’intero corso dell’anno.Una montagna autentica e fortemente caratteristica, senza cadere nella staticità della borgata-museo: questo è l’ideale perseguito da Giacomo Lombardo, che vede nella Comunità il vero nucleo fondante di un Comune che vuole mantenersi vivo.Partendo dalla considerazione che la densità di un luogo dipende in primo luogo dalle opportunità di lavoro che questo può offrire, l’azione di ripopolamento è passata attraverso una forte campagna di incentivazione all’insediamento di nuove attività produttive.Una politica, insomma, che ha fatto di uno sviluppo locale sostenibile il proprio obiettivo primario, puntando alla valorizzazione del territorio nei diversi settori di un’economia completa che spazia dalla nuova agricoltura di montagna, alla lavorazione dei derivati, fino alla fornitura di servizi che esulano dal turismo in senso stretto.