2017 – Candidato X edizione: ArrampicAnde – fondazione per lo sport Silvia Rinaldi

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


ArrampicAnde – fondazione per lo sport Silvia Rinaldi

BIOGRAFIA

ArrampicAndeArrampicAnde nasce per volontà di alcuni alpinisti bresciani, di Pietro Rago, Riccardo Colosio , Giovanni Foti, Paolo Steinhilber, Sandro De Toni, assistiti dal filmaker e giornalista Mirko Sotgiu e altri alpinisti: Luca Sossi, Carolina Busseni, Elena Robusti,  Luca Ranghiero, Raffaele Agazzi. Il progetto nasce con l’intenzione di rendere ” possibile l’impossibile” ovvero portare persone disabili a realizzare spedizioni alpinistiche che, per loro, potrebbero sembrare impossibili. Il progetto ha preso il via a marzo 2017 e si è realizzato con la prima spedizione ad Agosto in Perù nella  valle Quebrada Rurec (Cordillera Blanca). Grazie al sostegno di tutti Kevin Ferrati (amputato sopra il ginocchio) e Silvia Parente (non vedente) hanno aperto due nuove vie alpinistiche: la prima di grado VII e  A1 ( 370 mt): ” la Fiamma bianca” (Steinhilber, De Toni,Sossi, Fischer ) e la seconda ” Tana libera tutti” ( Steinhilber, De Toni, Sossi,  Colosio) via di VII e A1(190 m). Silvia e Kevin hanno scalato le due vie con l’assistenza del gruppo di alpinisti.

Motivazioni candidatura riassunto:

Il progetto  di ArrampicAnde è quello di coinvolgere alpinisti abili in aiuto a quegli alpinisti che, per diverse problematiche,    potrebbero essere impossibilitati ad arrampicare. Questa spedizione  non è stata solo un’esperienza alpinistica, ma un momento di condivisione senza barriere di alcun tipo. Questo è il primo passo verso un progetto più ampio di spedizioni dedicate a chi per difficoltà fisiche, emotive, relazionali ed economiche pensa di essere escluso.

Motivazioni candidatura estesa:

Da anni sappiamo che la montagna è luogo ideale  per la cura, la prevenzione , ma anche la riabilitazione di differenti problemi fisici e mentali.Il progetto finale di ArrampicAnde è l’inclusione di  tutti quei soggetti ai quali, a causa della loro “disabilità”,  la montagna era preclusa. La mancanza di autonomia non dovrebbe generare ” esclusione” quando ci sono possibilità per superare queste barriere. L’alpinista non vedente si arrampicava  seguendo la voce di chi le stava vicino e che diventava, su quella parete, i suoi occhi. In fondo  il messaggio evangelico parla di aprirsi alla relazione con l’altro, di farsi ” prossimo”, di aiutare chi è meno fortunato di noi. E questo potrà avvenire coinvolgendo gli altri nella preparazione e nella realizzazione di ascensioni prima solo sognate. A questa spedizione sarà dedicato un film  girato dal fimmaker.