2024: MARCO TREZZI

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Marco Trezzi – cultura

Profilo del vincitore:

Marco Trezzi nasce a Mariano Comense, in Brianza, nel 1992 e sin da giovanissimo viene cresciuto dai genitori tra le montagne della Lombardia, iniziando a praticare l’escursionismo e poi l’alpinismo e lo scialpinismo, innamorandosi dell’Alta Valtellina. È un grande appassionato di montagna a trecentosessanta gradi nonché di meteorologia e in particolar modo di neve. Lo sci alpinismo è l’attività che pratica sui monti con maggiore assiduità, dalle grandi classiche alle esplorazioni su itinerari sconosciuti ai più. Questa grande passione lo ha portato a trasferirsi nel cuore delle Alpi, in Valfurva, il luogo dove fin da bambino passava le vacanze e nel quale ha lasciato il cuore: un territorio del quale conosce ogni singola pietra e vive con grande sensibilità, ancor più per quanto riguarda gli aspetti ambientali che caratterizzano il paesaggio naturale locale e la sua frequentazione consapevole. Documenta meticolosamente le sue attività con fotografie che condivide sui social network, prestando sempre attenzione a sottolineare e far conoscere gli aspetti naturalistici, storici e culturali. Predilige la scoperta delle montagne valtellinesi, anche le più remote e attraverso sentieri poco battuti, oltre a molte altre cime nella limitrofe svizzera, oltre che scalando numerosi quattromila delle Alpi centrali in qualunque stagione. Peraltro l’amore per le montagne dell’alta Valtellina, per lo sci e la neve si è anche trasformato in lavoro: infatti Marco è occupato presso la famosa SkiTrab, leader mondiale della progettazione e realizzazione di prodotti per lo scialpinismo.
Appena saputo del devastante progetto di captazione delle acque del Lago Bianco al Passo di Gavia, uno degli ambienti naturalisticamente più preziosi delle Alpi lombarde, per l’innevamento delle piste di Santa Caterina Valfurva, Marco ha dedicato anima e cuore alla sua difesa, avviando raccolte firme, attivando altri soggetti sensibili al tema e diventando il “motore” del comitato spontaneo che, facendo pressione sugli enti coinvolti, grazie al suo impegno il cantiere è stato bloccato, e l’habitat verrà ripristinato.