2018 – Candidato XI edizione: Silvio Calvi

PREMIO MARCELLO MERONI

Dedicato a chi, in ambito montano, riesce a essere un esempio positivo


Silvio Calvi

Profilo candidato:

Ingegnere e architetto per professione, Calvi è stato presidente del CAI Bergamo, consigliere centrale, ed è attualmente componente del consiglio mondiale dell’UIAA.

Nel 2006 ha subito un trapianto di fegato, che lo ha portato a promuovere il progetto “A spasso con Luisa”, mirato a ristabilire la confidenza del trapiantato nelle proprie risorse fisiche e a misurare con idonei test i possibili miglioramenti nelle condizioni fisiche e del benessere psicofisico. Coordina il programma l’ASST Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con la Commissione medica del CAI Bergamo e la supervisione del Coordinamento prelievo e trapianto di organi e tessuti. Intanto ha continuato a viaggiare nel Caucaso, dove segue progetti di tutela del patrimonio architettonico-culturale, e si è prestato a diverse missioni tecniche in aree terremotate in Italia. Nel 2015 si fa promotore del recupero del vecchio rifugio Laghi Gemelli, in alta Val Brembana, incendiato dai militi fascisti nell’inverno 1944-45, in quanto rifugio di partigiani.

Calvi merita una segnalazione per i due progetti meno alpinistici e più sociali che ha promosso in montagna: l’iniziativa “a spasso con Luisa” che porta in montagna decine di trapiantati verificandone rigorosamente le condizioni fisiche e creando una forte solidarietà tra i partecipanti, che hanno vissuto e stanno vivendo una situazione certamente non facile, e il recupero del primo rifugio Laghi Gemelli, con la creazione di una rete di volontari CAI, ANPI e appassionati della montagna e della Resistenza, che lungo le estati di due anni si sono prodigati manualmente per riportare alla luce un pezzo di memoria del nostro passato, alpinistico e storico. In entrambi i casi Calvi è stato disinteressato e modesto leader carismatico dell’iniziativa.

Calvi è uomo di montagna e insieme tecnico. Appassionato del mondo e dell’uomo, della montagna e delle popolazioni che lo abitano, ha messo a disposizione la sua esperienza e la sua competenza in diversi ambiti: nel CAI, certamente a livello locale, nazionale e internazionale, ma anche sul territorio, in operazioni di recupero di aree degradate e ripristino di aree sconvolte dai cataclismi. Fino alla sconvolgente scoperta di dover subire un trapianto e di rischiare la vita. Dopo un viaggio nelle zone terremotate, ci ha detto: “Se il freddo non mi ha fermato, né preoccupato, significa che gli ostacoli della vita non ci devono fermare e occorre andare oltre i propri problemi e guardare avanti, alla vita da vivere”.